“Si Stava Meglio Quando Si Stava Peggio”



 


Si stava meglio quando si stava peggio” è una frase che ricorre spesso. Si usava ieri, si usa oggi e di sicuro si userà domani.
Di solito sentiamo questa espressione dalle persone anziane, o persone mature, che ritengono che un tempo passato vivessero in condizioni assai migliori rispetto a oggi.
Di certo si riferiscono a condizioni in termini di qualità della vita! C’è chi dice che quando non c’era la tecnologia si viveva meglio.


Allora, “si stava meglio quando si stava peggio”?

Se potessi chiederlo a mio nonno, che all’età di 19 anni ha lasciato la sua casa, i suoi affetti, la sua terra per combattere durante la seconda guerra mondiale, cosa mi risponderebbe? Di sicuro, per tutto il periodo in cui ha servito la patria, non aveva modo di comunicare con i suoi cari.
Oggi, al contrario, abbiamo tutti i mezzi per poterlo fare, anche in guerra.
Mi piacerebbe tanto potergli chiedere un parere, purtroppo non è più possibile, ma sono certa che sarebbe interessante sentire il suo punto di vista. Senza dubbio i nostri nonni hanno avuto una vita sicuramente dura e faticosa!

Negli ultimi decenni c’è stato un forte e importante miglioramento delle condizioni di vita per gran parte della popolazione, che purtroppo non si è distribuito in modo omogeneo: una parte di mondo  è anni luce lontana da noi. Si vive in uno spaccato paradossalmente opposto, vi è una diseguaglianza che fa rabbrividire.

Mi guardo intorno e cerco di capire perché nonostante le nostre condizioni migliorino giorno per giorno, e mi riferisco a paesi industrializzati e tecnologicamente avanzati, non ci sentiamo mai soddisfatti? Perché questo senso di vuoto, di insoddisfazione?
Tutto è più comodo, più accessibile.

Basta un click è siamo dall’altra parte del mondo, mentre siamo comodamente seduti sulla sedia della nostra camera, in ufficio, in tram, in macchina.
“Wow! E’ fantastico”! – mi dico sempre, ma purtroppo ci sono i pro e i contro. E non vanno sottovalutati. Il progresso, in tutte le sue forme, ha galoppato incessantemente ribaltando, in pochi decenni, la situazione come un calzino.

Siamo nell’era di internet, di smartphone e social media. Il modo di comunicare è cambiato e il flusso delle informazioni da cui siamo sommersi rischia di stordirci e disorientarci.
Siamo nell’era dei social network, dove la nostra identità e la nostra privacy sono minacciate costantemente e la nostra sfera relazionale è sconvolta. Siamo nell’era in cui dipendiamo completamente dal web. Questo fenomeno coinvolge l’individuo in ogni sua sfera.
È capace di farci perdere di vista il confine fra pubblico e privato, fra ciò che è corretto mettere online e quello che è giusto tenere offline.

C’è sempre più bisogno di esternare propri pensieri e le proprie opinioni, di mettere in rete la propria vita e quella della propria famiglia. Pertanto, credo fermamente che il segreto stia nel fare le cose con equilibrio e nella giusta misura, ma non è poi così semplice.
Auguriamoci di fare buon uso di questo strumento, di usarlo con maggiore consapevolezza e di rimanere attaccati alla realtà. 

Dott.ssa Aurelia Brogno



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