Alice e Pippo: "due cuori speciali"
Parte prima: "l'attesa"
Non si accorse di aver appoggiato la fronte al vetro, finchè
il freddo e i vapori del suo respiro non lo riportarono alla realtà!
Già, la realtà!
Enrico, si trovava in una sala d’attesa perché stava per
diventare padre, e doveva aspettare.
Aspettare che la sua Michaela desse alla luce quell’esserino, tramite un cesareo complesso e
urgente.
Sperare che tutto andasse bene e che la sua amata non
subisse alcun effetto negativo di questa gravidanza così difficile.
Tutto ciò a causa di
quell’esserino
“Non riesco proprio ad
accettarlo” mormorava Enrico, riferendosi all’esserino.
“Non ci riesco
davvero. Se mi porterai via anche Michaela…”, continuava.
“Non voglio pensarci!”.
Nella sua mente stava vivendo una vera e propria lotta.
“Ma è anche colpa tua,
Michaela, testarda come sei! Potevamo averne di altri figli, noi”.
Una smorfia accompagnava i suoi pensieri cupi.
“Se muore ci fa solo un favore. Io non lo voglio”, pensava con
convinzione.
“
Non posso credere che mi ritrovo a vivere una cosa simile. Io…”
, mentre continuava con l’elenco più pietoso
e angosciante di parolacce!
Un fiocco rosa sulla
porta annunciava la nascita di una bambina
Alice
era venuta alla luce e, come tutti i neonati, quel piccolo esserino strillava nella sua culletta fino a quando viene messo al
seno della sua mamma, scampata miracolosamente a quel difficile parto!
La piccola creatura teneva serrati i pugni e succhiava
avidamente dal corpo stremato e straziato della sua mamma, che le passò una
mano sulla testolina e sussurrandole qualcosa dolcemente, prima di
addormentarsi.
Enrico aveva assistito
a questa scena da lontano
“Scena pietosa” si ripeteva “Scena
pietosa! Mi sembra di vivere in un film, e invece è il mio incubo”.
La dottoressa fa il
suo ingresso nella stanza
“Dunque, è ancora
molto presto per dare la diagnosi completa, ma possiamo dire con grande piacere
che la vostra bambina è sì affetta dalla Sindrome di Down, ma che è
probabilmente la bimba più sana che abbia mai visto!!! Infatti, come sapreste, questi
piccini spesso hanno tanti altri problemi, ma nel vostro caso consideratevi
fortunati, perché la piccola Alice è in perfetta salute!” disse tutto d’un
fiato!
Enrico si mostrava infastidito da quelle parole.
“Già, fortunati!
Perfetta salute! Non vale a niente, ma è in perfetta salute”, era solo un
sibilo, ma Enrico non poté proprio trattenersi. Michaela gli diede un calcio
leggero da sotto le lenzuola del letto su cui Enrico s’era seduto per ascoltare
la “sentenza”!
La dottoressa non replicò, anzi, fece finta di non aver
sentito nulla, salutò e andò via, velocemente.
Gli sguardi di
Michaela ed Enrico si incrociarono, non dissero nulla,
ma capirono subito che
tra loro qualcosa era cambiato, qualcosa si era spezzato.
“Perché l’hai voluta a
tutti i costi?” si domandò, in cuor suo, Enrico mentre lasciava la stanza.
Si sentiva pesante, goffo e stordito.
Esther Kaptein
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