Lettera ai tempi delle "stories"

RIFLESSIONI IN QUARANTENA

Caro amico/a,
In un momento così delicato, in cui stiamo vivendo una pandemia, una quarantena, uno sconvolgimento della quotidianità in tutte le sue aree, non mancano le riflessioni.

Io ho deciso di tenere due aspetti costanti in tutto ciò che faccio: sorriso e positività!
  • Sorriso, perché ritengo che la difficoltà ha un sapore diverso se si riesce a sorridere alla vita.
  • Positività, perché l’ottimismo è fondamentale per cercare la luce in fondo al tunnel.

Un pensiero mi accompagna, che cerco di tenere sempre ben in mente e, che mi corre in aiuto quando la paura e lo scoraggiamento bussano alla mia porta: mio nonno.

Lui, ha vissuto tempi completamente diversi da questi, si è trovato a combattere la seconda guerra mondiale e a vivere gli anni difficili del dopoguerra.

Per quello che conosco di quel periodo non riesco neanche ad immaginare le difficoltà che ha vissuto. Ma posso ringraziare Dio che ha vegliato su di lui e lo ha riportato a casa sano e salvo.

Oggi, viviamo una crisi sanitaria di enorme portata che è stata definita la più grave dal dopoguerra.
Se ci fosse mio nonno, ora, cosa mi direbbe?

Mi risponderebbe che la situazione è sicuramente grave, ma che la privazione della libertà che tanto reclamiamo e che viviamo non è nulla confronto ad allora.

Voi direte che non c’è nulla di nuovo in quello che ho detto e ne sono consapevole, infatti il mio è un invito a riflettere che essere intrisi di un atteggiamento di lamentela per ogni cosa che accade è inopportuno rispetto a chi ha vissuto situazioni difficili, dovute alla malattia o alla perdita di persone care.

Io posso affermare che sto vivendo una quarantena di lusso, nella libertà di parola, di pensiero, di espressione. Tutti i giorni apro gli occhi e sto bene, ho da mangiare, ho una casa, ho tutti i comfort per poter studiare, ho libri da leggere, ho supporti elettronici che mi tengono costantemente collegata con il mondo esterno.
È vero, dobbiamo stare a casa e ci annoia, però guardiamo il bicchiere mezzo pieno: siamo nella nostra casa, non altrove. A casa con i nostri affetti, e in salute.

Proviamo a cambiare la prospettiva in cui vediamo e viviamo.

Oggi, ringrazia Dio perché puoi stare a casa!


Aurelia Brogno

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